Contraffazione

La contraffazione vegetale è principalmente l’utilizzazione, la moltiplicazione, la vendita o l’offerta in vendita, di varietà protette, senza l’autorizzazione del costitutore e quindi senza il riconoscimento della remunerazione della ricerca.

Sono da considerarsi contraffattori, in prima battuta, i vivaisti senza contratto di licenza che moltiplicano e vendono piante di varietà protette, o i frutticultori che utilizzano o innestano piante senza riconoscere la royalty al costitutore.

Partendo dalla consapevolezza, prevista dalla legge, che l’acquirente di un prodotto contraffatto è anch’egli un contraffattore, l’insieme della catena commerciale, è anch’essa coinvolta. Pertanto un grossista, una centrale di acquisto, un supermercato potrebbero venire indagati e condannati se immettono sul mercato frutti provenienti da un frutteto illegale.

Attraverso l’accesso facilitato alle tecniche di moltiplicazione, l’utilizzazione delle opportunità offerte da internet (offerta in vendita o catalogo online) e le difficoltà economiche, la contraffazione è sempre più diffusa, sia in Italia che in Europa.

Questa situazione si traduce in un minore « recupero degli investimenti profusi nella ricerca vegetale » fino a mettere a rischio la continuità della ricerca varietale stessa e pregiudicando l’intera filiera produttiva.

Inoltre, le azioni di difesa dalla contraffazione, permettono di proteggere i licenziatari e i loro partners commerciali, da situazioni di concorrenza sleale e assicurare ai consumatori finali un prodotto controllato e di qualità.

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